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venerdì 8 giugno 2012

Se permettete sono gay- Intervista a Michele J. Camarda

Fare informazione non significa essere obiettivi, nessuno che sia onesto potrà mai dichiarare la sua neutralità su un tema perché ognuno di noi ha quel bagaglio di conoscenze e di vissuti che lo costringono a prendere posizione. Ma fare informazione significa essere onesti, porre cioè quelle domande che porrebbe chi non la pensa come me. E dunque nel giorno del gay-pride a Bologna ho deciso di far conoscere la realtà di un omosessuale comune. Nessun personaggio celebre, nessun VIP che darebbe una versione comunque distante dalla realtà quotidiana vissuta da un omosessuale. Non aspettatevi la solita storia strappalacrime, Michele J. Camarda è un uomo fortunato e sa di esserlo. Non ha ricevuto botte, non è stato escluso, non è stato rinnegato dalla sua famiglia né dagli amici, non vive drammi né lacerazioni interiori, Michele è un uomo comune (non uso appositamente la parola "normale" perché i termini della "normalità" ritengo siano soggettivi), ha di speciale un'intelligenza brillante, un grande senso dell'umorismo e una cultura che si evince da ogni sua risposta. Prima di lasciar parlare lui, una premessa doverosa: il termine "pride" non significa "orgoglio" letteralmente, ma "non vergogna", fierezza delle proprie scelte. Infine: tutte le risposte date da Michele sono ovviamente rispecchianti il suo pensiero, non vogliono e non possono essere simbolo di un ipotetico "pensiero gay" giacché questo non può esistere, ogni individuo rappresenta sempre solo sé stesso ed immaginare che tutti gli omosessuali condividano gli identici pensieri è, a parer mio, la prima forma di discriminazione ingenerata, come sempre, dall'ignoranza.

1) Essere gay è una scelta o una condizione imposta dalla natura?

Una condizione meravigliosamente suggerita dalla natura, come qualsiasi altro orientamento affettivo/sessuale!

2) Come hai vissuto personalmente la tua omosessualità? Com'è stato parlarne alla tua famiglia e ai tuoi amici?

“Mamma, sono gay!”
“Yahoo! Niente sciacquette in casa!”
Facilissimo, perché sono nato e cresciuto in un contesto culturale medio-alto (dunque riconosco di essere stato “privilegiato”).

3) Quali sono, secondo te, le difficoltà che incontra quotidianamente un omosessuale?

Avere a che fare con persone idiote, arretrate e medievali (che rappresentano, ormai, il 98% della popolazione italiana).

4) Quando gli uomini sanno che sei gay cambiano atteggiamento nei tuoi confronti? Temono avance?

Quelli con pochi strumenti culturali e poche letture, incapaci di esprimere correttamente nella propria lingua madre qualsiasi concetto, sì. Gli altri ovviamente no.

5) E' più difficile per un omosessuale avere una vita di coppia a partire dal corteggiamento?

Credo che le esperienze siano simili. C’è sicuramente un ostacolo in più: a parte l’attrazione reciproca occorre che entrambi condividano il medesimo orientamento.

6) Quali sono gli stereotipi che più ti infastidiscono sui gay?

Mi infastidisce qualsiasi stereotipo, anche riguardante gli etero. Le sfumature fra una persona e un’altra sono molteplici; non riesco a pensare a un essere umano e incasellarlo in categorie

7) Che senso ha il gay-pride? Può esistere un orgoglio omosessuale?

Esiste, nel mio caso, l’orgoglio di non fingere di essere etero e accoppiarmi con donne usate come copertura. Non ho mai partecipato a un Gay Pride per un unico motivo: soffro il caldo e vengono organizzati sempre d’estate!

8 )  Qualcuno dice che "tollera" benissimo i gay a patto che non si bacino in pubblico: è omofobia?

Sì. Che deriva dall’analfabetismo di cui sopra, fonte di qualsiasi male che affligga la società contemporanea; nonché dalla paura dei propri desideri latenti e repressi.

9)  Che cosa pensi di personaggi famosi che hanno dichiarato pubblicamente di essere gay? E di chi non lo fa?

Penso tutto il male possibile di chi si finge etero, come già asserito. Il “non detto”, a patto che non venga accompagnato da dichiarazioni omofobe per allontanare i sospetti da sé, non mi dà fastidio. Rispetto la privacy di chiunque.

10) Quali sono i diritti imprescindibili che la società dovrebbe dare ai gay e credi che l'Italia sia pronta a riconoscerli?

I diritti civili e umani, che dovrebbero essere condivisi da tutti. In più auspico una Legge contro l’omofobia. Essere picchiati esclusivamente in quanto persone omosessuali è ben diverso da violenze generate da comportamenti o avvenimenti assortiti. Alcuni italiani sono pronti; chi li rappresenta, o si illude di poterli rappresentare, evidentemente non ancora.

11)  Qualche astrologo usa fare gli oroscopi per "donne", "uomini" e "gay": che cosa ne pensi? L'omosessualità investe solo la sfera intima o è un modo di essere?

Anche questo deriva dall’abnorme e inconcepibile ignoranza della società attuale. Distinguere “genere”, “identità di genere” e “orientamento” dovrebbe essere alla portata di tutti, non prerogativa degli adepti dell’Accademia della Crusca.

12)  Ritenere "gay" un insulto non è già di per sé fare una discriminazione?

È una delle peggiori.

13) Secondo te Gesù oggi che atteggiamento avrebbe verso l'omosessualità?

È come chiedermi come si comporterebbero Candy Candy o Capitan Harlock. Per me sono, tutti e tre, frutto della fantasia di geniali autori.




2 commenti:

  1. 13) che mancanza di fantasia! Ovviamente Candy Candy proverebbe a "curarti" con massicce dosi di sesso - è nella sua natura di crocerossina porca - mentre Capitan Harlock ti prenderebbe in squadra con sé.

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  2. Pepito, ma Candy Candy non stava con Terence? Lo tradirebbe, dunque?

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