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martedì 26 aprile 2011

25 Aprile e il revisionismo fascista

http://libero-news.it/news/722928/La_democrazia_nasce_il_18_aprile_del__48_Quando_De_Gasperi_sconfisse_i_comunisti.html
Mi capita giusto ieri di leggere questa riflessione di Pansa. Già, ieri, quando una parte d'Italia (minoranza idiota) si affannava a gridare, anche attraverso manifesti uno più squallido dell'altro, che nulla c'era da festeggiare se non la Pasquetta o San Marco. Bontà loro, i fascisti sembrano credere nel cattolicesimo, se conviene, è naturale. Ma quei poster, le esternazioni farneticanti dei legaioli si fa presto ad archiviarli come frutto di dementi ignoranti, lo stesso non si può fare quando a parlare è Pansa. Lo studioso, lo storico, ha un'altra autorictas, quella che a "Libero" serve per la sua propaganda. E quali riflessioni ha prodotto la mente illuminata di Pansa? Si sa, ormai è più o meno un martire da quando pubblicò "Il sangue dei vinti" nel desiderio di rileggere la storia della Resistenza dalla parte delle vittime dei partigiani. Rincara quindi la dose. Ma andiamo agli argomenti: secondo Pansa non vi è nulla da celebrare perché a fronteggiarsi erano giovani con ideali diversi ma pur sempre ideali. Chiede se sia giusto demonizzare chi appoggiò il fascismo e in nome di quell'ideale fu ucciso. L'unica risposta che si può dare al libero pensatore è un'altra domanda: è giusto demonizzare i giovani nazisti che, per un ideale, massacravano gli Ebrei?
Non contento, ci rivela che in Italia si combattè una guerra civile: grazie, il sospetto devo dire che l'avevamo avuto. Non avevamo immaginato che i partigiani fossero riusciti a liberarci dalla dittatura fascista senza colpo ferire e senza lasciare essi stessi la loro vita per questo. Ma Pansa dimentica (vuole dimenticare) che la guerra civile era già in atto in Italia: da quando il duce aveva instaurato il fascismo, ogni giorno venivano privati della loro libertà e della loro vita cittadini che osavano non condividere le idee di quel pazzo. E sa, Pansa, in quello scontro gli antifascisti erano assolutamente inermi, mentre le squadracce erano ben armate e nient'affatto propense al dialogo.
Ora, se si vuole riconsiderare la Storia con obiettività non si deve guardare alle conseguenze senza aver prima spiegato le cause; così come non si deve tacere, non si può tacere dei crimini dei fascisti che di colpo vengono cancellati. Altrimenti si è disonesti. E peggiori degli idioti deliranti che, almeno, non sanno ciò che è successo.