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domenica 6 marzo 2011

L'abuso della divisa.

Dopo la notizia della violenza perpetrata su una donna arrestata da parte di alcuni carabinieri si è prodotto, del tutto spontaneamente, un lancio di uova verso la caserma da cui comunque gli accusati erano già stati trasferiti. "Vergognoso", qualcuno dice. Sono sempre stata contraria a gesti di linciaggio e ho difeso, ogni volta che mi è stato possibile, l'operato delle Forze dell'Ordine, prendendomi anche qualche "fascista" indirizzato alla mia persona. Stavolta non riesco proprio né a condannare il gesto di quelle donne né a trovare una qualunque giustificazione per l'operato dei carabinieri coinvolti. Perché è vero che non si può generalizzare ma è anche vero che il cittadino sempre più spesso non si sente difeso né protetto da quella divisa, solo abusato e sopraffatto. Nello specifico, è pura idiozia (ed esempio di una mentalità abusante) dichiarare che la donna era consenziente: da quando in qua ai detenuti viene concesso di intrattenere rapporti (anche non sessuali) se dichiarano di averne voglia? E questo nell'ipotesi che ci sia del vero nelle loro parole. Perché, poi, ci sarebbe ancora da chiedersi come si possa presupporre ("intuire" è il verbo usato, per essere precisi) che una donna in cella sia libera di acconsentire o no: una vera contraddizione di termini, che sarebbe stata risolta se i signori in questione avessero avuto la compiacenza di aspettare che la donna fosse davvero libera e non in condizione comunque di soggezione. Sento parlare di rispetto per la divisa, di esagerazioni nelle proteste a fronte di un impegno quotidiano fatto di onestà, serietà, dedizione. Benissimo, per questo sono pagati. Non è che se io, docente, abuso della mia posizione nei confronti di uno studente non posso e non devo essere contestata giacché ci sono altri insegnanti che svolgono la loro professione correttamente; non è che se compio il mio dovere, regolarmente retribuita (se lo stipendio mi pare insufficiente protesto, come qualunque categoria di lavoratore), mi si debba onorare per questo. Non sono un eroe, sono un lavoratore come gli altri. Le proteste di fronte alla caserma hanno un senso: il nuovo abuso va a sommasi agli altri contro i detenuti picchiati e talvolta persino portati alla morte da chi li ha in custodia. Il carabiniere o il poliziotto deve capire, una volta per tutte, che non è suo compito giudicare il detenuto, non ne ha l'autorità. Non è sua premura sollazzarsi con chi gli è stato affidato anche (pare) oltre l'orario di servizio. Ecco, quest'abnegazione, questo eccessivo zelo hanno un preciso nome: abuso.

7 commenti:

  1. condivido in pieno tutto!! e che ne diciamo della tenuta anti-sommossa di ieri sera degli sbirri in piazza del duomo che badavano ai dimostranti animalisti, anticaccia, e antivivisezione dopo le 18? ormai costumi, divise e atteggiamenti delle forze dell'ordine degenerano di giorno in giorno, cara Lara! baci w.

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  2. Sante parole, Lara. Anzi, il mio giudizio sull'operato delle forze dell'ordine è ben più critico del tuo. In questi casi si parla di mele marce, ma secondo me è l'albero e tutto il frutteto ad essere marcio. A salvarsi sono le eccezioni.

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  3. a salvarsi sono proprio le eccezione come dici,io sinceramente non ho molta fiducia delle forze dell'ordine che di ordine hanno veramente poco,da quello che si sente e anche per esperienze personali, roba di routine, ho comunque capito, che se vorresti fare una denuncia e' meglio stare attenti perche potresti imbatterti in persone oiu' corrotti dei corrotti e questo mi dispiace

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  4. Ci vorrebbe un onesto riesame all'interno di Carabinieri e Polizia. Smetterla con l'omertà che regna, smetterla con la protezione fra di loro e riacquisterebbero la fiducia dei cittadini. Soprattutto la Polizia che rappresenta lo Stato e non può, non deve essere vista come un nemico.

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  5. Io dubito che questo onesto riesame possa esserci, ma non perché nelle forze dell'ordine si riunisca la parte peggiore della società, piuttosto perché polizia, carabinieri e affini sono lo specchio della nostra società. In quale settore in Italia c'è onestà e non si cerca di approfittare della propria posizione? In quale ambito non c'è uno sporco corporativismo che spesso si traduce in omertà? Né nella politica, né nell'economia e neppure nella sfera della cultura.

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  6. Antonio, io credo invece che la sopraffazione non sia la norma, che l'abuso sia l'arma degli impotenti e dei deboli. Per questo credo che la società sia pronta ad un cambiamento: lo sento dai toni indignati, dal bisogno di giustizia, dallo sdegno verso una morale che è immorale. Se le Forze dell'Ordine sono, come sono, un riflesso di ciò che è l'individuo sono convinta che le cose cambieranno.

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  7. Lara, spero che questo cambiamento avvenga presto e che il mio giudizio si riveli profondamente sbagliato!

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