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venerdì 14 gennaio 2011

Se io fossi operaio.

Se io fossi operaio non saprei se votare sì o no, se annullare la mia dignità per un posto di lavoro, se accettare un ricatto che non ha uguali.
Se io fossi operaio guarderei la mia famiglia e mi chiederei se posso permettermi un sussulto d'orgoglio che pagherebbero poi i miei figli oltre a me.
Se io fossi operaio mi sentirei dilaniato a dover scegliere fra la mia sopravvivenza e la solidarietà agli operai, uguali a me, della FIOM.
Ma se io fossi Fassino o Berlusconi tacerei.

5 commenti:

  1. Tacerei anche se fossi Vendola, o qualsiasi altro politicante.
    E cercherei la verità, perché avrei l'impressione di non averla sentita da nessuno.

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  2. Concordo su Vendola, Franco. Un' imbarazzante ed inopportuna passerella.

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  3. siamo rovinati, ci fanno di tutto e ce lo vendono per buono... Pietà. Rocco

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  4. Non è solo un fatto relativo agli operai della Fiat, tutti i giovani infatti ogni giorno combattono con questo ricatto: è difficile scegliere tra il lavorare e avere un attimo di orgoglio.
    In quanto ai politicanti, che ti aspettavi Lara? loro hanno il sedere al caldo. Baci, Ninni

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  5. purtroppo non si dovrebbe decidere quando la scelta è un ricatto..ma di orgoglio non si vive. E marchionne e company lo sanno.bentornata.

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