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sabato 14 maggio 2011

Se lei è oca, lui ce l'ha piccolo.

Sondaggio semi-serio: qual è il peggior insulto per una donna e quale per un uomo?  Come facilmente immaginabile, le risposte son state diverse a seconda del sesso cui si riferivano con una conclusione, però, per certi tratti, sorprendente. Se per lui la peggiore offesa è attinente alla sfera sessuale (impotenza, piccole dimensioni, scarsa virilità), per lei ci si deve spostare sul piano intellettivo. Sorprendente, dicevo, e vado a spiegare perché. Le ultime polemiche sugli insulti rivolti dal premier alle donne hanno toccato la sfera fisica, avendo egli poco cavallerescamente (e per nulla educatamente) rivolto epiteti a Bindi, Iervolino e alle avversarie politiche in genere che le definivano brutte. Lo sdegno di uomini e donne era stato fortissimo. D'altronde l'ingiuria più spesso affibbiata all'universo femminile che circonda b. ineriva la sfera sessuale e morale. E' ben strano che di tutto ciò non vi sia traccia nelle risposte, non almeno con quella rilevanza che ci si aspetterebbe. Se poi spostiamo l'attenzione sugli insulti che più ferirebbero gli uomini nessuno ha risposto "omosessuale". Partendo dal presupposto che "gay" non è e non deve essere considerato mai un'offesa c'è però da registrare il salto fra realtà e ideale. Nella vita quotidiana, quando si vuole insultare un uomo è proprio omosessuale, nelle varianti più triviali, che gli si dice; così come se si vuole offendere una donna è la sua moralità la prima ad essere messa in forse. Lo scarto, quindi, fra realtà e risposte ottenute dal sondaggio  credo debba essere ricondotto al fatto che ci sia stata una sorta di autocensura motivata soprattutto dalla mancanza di anonimato. Un voler pensare politicamente corretto che ha comunque privilegiato il rispetto verso la donna e gli omosessuali. Il che è sempre una buona notizia.

mercoledì 11 maggio 2011

Noi e la pena di morte.

Il sondaggio questa volta verteva sulla pena di morte, nei giorni immediatamente successivi all'uccisione di Bin Laden. Le polemiche son state molte, altrettante le accuse contro Obama per non aver fatto prigioniero il capo di Al Qaeda lasciandolo in vita. Abbandono qui la discussione sulla uccisione di Osama perché era solo lo spunto per la domanda. Difatti, pochissimo ha inciso nelle risposte: non è la strage il reato per cui, più di ogni altro, i sostenitori della pena di morte hanno votato. Innanzitutto, il dato più rilevante: essendo la domanda "Per quale reato vorresti venisse applicata la pena di morte" c'era l'opzione "Sono contrario senza eccezioni", poi duplicatasi in "Nessuno"; ebbene, nonostante vi fosse questa possibilità di scelta la maggioranza dei votanti si è espressa a favore della pena capitale. Questo, lo confesso, mi ha sorpreso non poco. Moltissime sono state le campagne per l'abolizione della pena di morte, in tanti ci siamo mobilitati per salvare la vita a Sakineh, pensavo che l'idea di uno Stato boia sarebbe stata considerata barbara e rigettata ampiamente. Probabilmente, ciò è dovuto alla sensazione che una vera giustizia non si riesce ad ottenere e che il criminale, in un modo o nell'altro, la farà comunque franca. Ed eppure c'è un dato che mi sconvolge: il reato per cui si invoca la pena di morte è principalmente la pedofilia. Comprensibile: il male fatto sui bambini è quanto di più esecrabile ed odioso si possa immaginare. Ciò che mi è meno comprensibile è lo stacco significativo fra la pedofilia e l'infanticidio, quasi fossero due reati totalmente diversi o, comunque, incomparabili per gravità. Se ciò può essere anche vero è illogico che una violenza sessuale sia considerata più grave dell'omicidio di un bambino, così come risulta dalle risposte. Ed allora c'è da chiedersi: quanto influisce su di noi l'enfasi data alle notizie di cronaca dai media? Lo scandalo che ha investito la Chiesa cattolica riguardava appunto la pedofilia, sempre più spesso vengono alla luce giri di pedofili per fortuna scoperti, il principale pericolo che i genitori avvertono per i propri figli è proprio quello dello sconosciuto che rubi loro l'innocenza. Ripeto, tutto ciò è comprensibile. Viviamo di emozioni e di paure alcune delle quali non del tutto razionali. Forse, però, un certo distacco ed una valutazione più critica delle notizie che i media ci offrono sarebbero necessari. Quanto meno per non arrivare all'assurdo di considerare la morte di un bambino meno grave di una sua, terribile, subita violenza.

domenica 8 maggio 2011

Noi, i politici e i problemi reali dell'Italia.

Continuando ad esaminare i risultati dei sondaggi effettuati su FB grazie alla funzione "Domanda", una riflessione è dovuta riguardo alla politica attuale. Se è vero che in molti godrebbero a vedere elemosinare o a trattar male i rappresentanti del nostro Governo, nel momento in cui chiedo quale sia il problema principale del nostro Stato la risposta che di gran lunga predomina sulle altre è "disoccupazione". Considerando che chi partecipa a questi sondaggi è nella maggior parte dei casi in opposizione al Governo attuale (non necessariamente identificandosi con la sinistra), emerge il dato significativo che nell'analisi della realtà quotidiana chi critica la politica attuale non è ossessionato da b. ma tende piuttosto a guardare in modo preoccupato alla crisi che ha colpito il nostro Paese e che questo Governo si dimostra incapace di fronteggiare. Il gusto per la vendetta, voler vedere umiliati i potenti, non sembra guardare in faccia a bandiere e colpisce a destra come a sinistra. E' tra l'altro sorprendente che Santanchè risulti essere la più votata alla domanda "Chi vorresti assumere come cameriere per trattarlo malissimo?", a dimostrazione del fatto che è principalmente la boria di alcuni personaggi ad infastidire non una prevenzione cieca nei confronti dell'avversario. Oltre all'arroganza del potere si intende inoltre colpire il servilismo se i nomi citati, dopo Santanché, sono Capezzone, Alfano e Bondi. Il disgusto per la classe dirigente politica e il desiderio di liberarsene con una sorta di tocco magico emergono invece quando la domanda è "Chi manderesti in esilio?": le prime due posizioni sono occupate da b. e Bossi, finché non viene aggiunta l'opzione onnicomprensiva "Berlusconi & Co." che supera tutte le altre risposte inglobandole ma non fornendo così la possibilità di esaminare criticamente il personaggio nel desiderio di fare tabula rasa di tutto il panorama politico (compresa l'opposizione identificata in Bersani, D'Alema, Veltroni). C'è certamente un rifiuto per chi incarna il potere poltico e la disillusione verso chi dovrebbe portare avanti le istanze dell'opposizione, ma il dato che mi sembra più rilevante è la presa di coscienza dei problemi reali del cittadino. Disoccupazione e precariato sono avvertiti come i mali peggiori superando perfino la mafia e il berlusconismo inteso sia come pericolo per la democrazia sia come sinonimo di malaffare. Il che ci dà un'immagine del cittadino (quello che ha partecipato al sondaggio, naturalmente) poco incline a preoccuparsi dell'ideologia nel momento in cui in gioco c'è il presente ed il futuro suo e della generazione ventura. Un quadro sconsolante perché all'orizzonte non sembrano vedersi soluzioni nella media distanza per non parlare dell'immediato.

sabato 7 maggio 2011

Noi e la Chiesa cattolica.

Da poco, una settimana circa, tra le funzioni presenti su Facebook, è stata inaugurata l'opzione "Domanda". Per quel che può valere un sondaggio fra amici e con lo svantaggio di non consentire l'anonimato, è comunque interessante riflettere sulle risposte date. Avevo chiesto che cosa non si ritenesse condivisibile nella Chiesa cattolica. L'opzione preferita è stata "L'ingerenza negli affari dello Stato italiano" e ciò secondo me dà una chiave di lettura importante sul rapporto con la religione. Non è infatti una posizione ateistica o anticlericale quella che emerge, né è particolarmente votata l'opzione che respinge la Chiesa cattolica tutta e senza distinguo. L'esigenza che affiora è piuttosto di una laicità che non viene avvertita (perché non c'è) e di mantenere ben separate la sfera religiosa da quella politica. Ciò significa che la critica che da più parti si leva, di poca tolleranza nei confronti del Cattolicesimo, è in malafede, giacché, al contrario, ciò che si vorrebbe è che la Chiesa tornasse ad occuparsi di spiritualità. Non a caso la seconda critica verte sull'eccessivo lusso di cui si adorna il Vaticano: da parte perfino e soprattutto dei credenti c'è la richiesta di un messaggio che sia più in sintonia con quello di Gesù. E che apporti maggiore rispetto per le minoranze, per gli omosessuali, per le donne, per le altre confessioni religiose.
Il messaggio per la Chiesa cattolica mi pare chiaro: c'è una comunità che ha bisogno di credere, ma che vuole avere una guida coerente e che non la costringa a scendere a patti con i propri valori in nome di divieti ormai obsoleti. A non tenerne conto si rischia di disperdere questo potenziale umano e di consegnarlo all'ateismo proprio in virtù dei dettami del Cattolicesimo.
Un'ultima considerazione: qualcuno si è chiesto perché la domanda vertesse solo sulla Chiesa cattolica. Mi sarebbe piaciuto estendere il discorso a tutte le altre confessioni religiose, ma non ho le conoscenze e competenze adeguate per parlare di Islamismo o Confucianesimo. Parlo esclusivamente di ciò che conosco.

martedì 26 aprile 2011

25 Aprile e il revisionismo fascista

http://libero-news.it/news/722928/La_democrazia_nasce_il_18_aprile_del__48_Quando_De_Gasperi_sconfisse_i_comunisti.html
Mi capita giusto ieri di leggere questa riflessione di Pansa. Già, ieri, quando una parte d'Italia (minoranza idiota) si affannava a gridare, anche attraverso manifesti uno più squallido dell'altro, che nulla c'era da festeggiare se non la Pasquetta o San Marco. Bontà loro, i fascisti sembrano credere nel cattolicesimo, se conviene, è naturale. Ma quei poster, le esternazioni farneticanti dei legaioli si fa presto ad archiviarli come frutto di dementi ignoranti, lo stesso non si può fare quando a parlare è Pansa. Lo studioso, lo storico, ha un'altra autorictas, quella che a "Libero" serve per la sua propaganda. E quali riflessioni ha prodotto la mente illuminata di Pansa? Si sa, ormai è più o meno un martire da quando pubblicò "Il sangue dei vinti" nel desiderio di rileggere la storia della Resistenza dalla parte delle vittime dei partigiani. Rincara quindi la dose. Ma andiamo agli argomenti: secondo Pansa non vi è nulla da celebrare perché a fronteggiarsi erano giovani con ideali diversi ma pur sempre ideali. Chiede se sia giusto demonizzare chi appoggiò il fascismo e in nome di quell'ideale fu ucciso. L'unica risposta che si può dare al libero pensatore è un'altra domanda: è giusto demonizzare i giovani nazisti che, per un ideale, massacravano gli Ebrei?
Non contento, ci rivela che in Italia si combattè una guerra civile: grazie, il sospetto devo dire che l'avevamo avuto. Non avevamo immaginato che i partigiani fossero riusciti a liberarci dalla dittatura fascista senza colpo ferire e senza lasciare essi stessi la loro vita per questo. Ma Pansa dimentica (vuole dimenticare) che la guerra civile era già in atto in Italia: da quando il duce aveva instaurato il fascismo, ogni giorno venivano privati della loro libertà e della loro vita cittadini che osavano non condividere le idee di quel pazzo. E sa, Pansa, in quello scontro gli antifascisti erano assolutamente inermi, mentre le squadracce erano ben armate e nient'affatto propense al dialogo.
Ora, se si vuole riconsiderare la Storia con obiettività non si deve guardare alle conseguenze senza aver prima spiegato le cause; così come non si deve tacere, non si può tacere dei crimini dei fascisti che di colpo vengono cancellati. Altrimenti si è disonesti. E peggiori degli idioti deliranti che, almeno, non sanno ciò che è successo.

lunedì 28 marzo 2011

Chi recita a "Forum"?

Leggo la notizia che una sedicente aquilana terremotata partecipa alla trasmissione "Forum" decantando le lodi del Presidente del Consiglio per quanto fatto a L'Aquila. Avendo parlato con molti amici aquilani mi risulta una realtà totalmente diversa, ma non è questo il punto. La signora sta esprimendo una sua personale quanto discutibile opinione? E' ciò che sostiene Rita Dalla Chiesa, rigettando le accuse di chi dice che la trasmissione è una finzione. Sono stata a "Forum", non ho nulla contro Rita, ma non può dire di non sapere che i "litiganti" leggano un copione. Non può perché i cartelloni con le battute che devono pronunciare, nascosti dietro le telecamere, li ho visti io. E ne ero rimasta anche abbastanza nauseata. Certo, è passato un decennio da allora, può darsi che il sistema adesso sia diverso, ma dire che mai i "litiganti" leggessero un copione è falso. Così come lo è affermare che non s'intendeva fare promozione politica: ci sono i complimenti a Bertolaso fatti dalla conduttrice a testimoniarlo. Un passo indietro mi sembra il minimo sindacale, per non offendere l'intelligenza degli Italiani dopo aver offeso i terremotati aquilani.

lunedì 14 marzo 2011

Su Renzo Bossi non si può far satira. Intervista al blogger denunciato.

Non conoscevo Michel Abbatangelo e non sapevo nulla del caso che lo vedeva contrapposto a Renzo "trota" Bossi. Apprendo un po' sconcertata che Michel è comparso nella prima udienza del processo che lo vede imputato per diffamazione a mezzo stampa. Vado sul suo blog e trovo un "Diario segreto", una trovata letteraria ovviamente satirica in cui Michel narra delle imprese del figlio amato dal leader della Lega. Ne esce fuori il ritratto di un bamboccione così come da tempo Renzo Bossi viene considerato da molti e davvero non riesco a capire perché si sia sentito leso proprio da questo diario quando c'è una larga parte dell'Italia che ha la medesima considerazione. A questo punto decido di chiedere spiegazioni direttamente a Michel che, molto gentilmente e rapidamente, mi spiega l'origine e l'evoluzione del "fattaccio". 

Michel Abbatangelo,cittadino di nazionalità italiana e francese,iscritto all'albo degli italiani residenti all'estero della città di Padova (...) nato a Buenos Aires 11-1-1953 e giunto in Italia nel 1960 di professione pittore,sposato ad una professoressa di letteratura francese.
D: Michel, leggo che sei stato querelato da Renzo Bossi: com'è nata questa singolare querelle?

R: Ho iniziato a scrivere il diario in momenti di profonda indignazione,tutte quelle volte che la cronaca mi rinviava l'infinita serie di provocazioni a cui è usa la lega nord,in un certo senso di arrogano il privilegio di essere gli unici a cimentarsi nella "satira" se cosi si puo benevolmente definire (...) Lo rammento è un movimento etichettato in tutta Europa come razzista e xenofobo,si prenda ad esempio la cartina della Padania da essi immessa nel web e la si confronti con quella della Repubblica di Salo...si constaterà che il confine sud cade proprio guarda tu la coincidenza con la Linea Gotica istituita dal feldmaresciallo tedesco Albert Kesselring nel 1944.....se non si crede alla coincidenza allora atteniamoci alle dichiarazioi di Borghezio in un famoso video mentre istruisce alla mimetizazione i nazisti francesi (...)

D: Che cosa avviene esattamente?
R:Arrivo a Milano a tarda sera,con la mente vado a tutti gli episodi che ho scritto sul "diario segreto",li ripasso ad uno ad uno e allo stesso tempo mi rassicuro:"in fondo si tratta solo di un interrogatorio" l'avvocato me lo ha vivamente consigliato,una certa immagine conta per il giudice che dovrà emmettere la sentenza,si deve mostrare la massima disponibilità e fiducia verso la giustizia.
Tuttavia non mi riesce di chiudere occhio,sarà l'eccitazione,un che di inquietudine,sottile.

All'indomani raggiungo Varese,mentre attraversiamo il centro storico della città a piedi per raggiungere la questura insieme a lui inquadro qualche dettaglio,un breve intenso scambio di idee;un caffè,poi un'altro,qualche sigaretta e una breve cavalcata nella "storia" di Varese,la prima città a cadere nell'abbraccio asfittico del Carroccio,poi il fatto che tutti si conoscono e un mezzo infarto quando mi dice ridendo,l'avvocato,che ha condiviso per un breve periodo il suo studio legale con Bobo Maroni il ministro agli interni!
Insomma a Varese Papa Umberto,la "Trota",Maroni,Calderoli e tutti gli altri sono di casa e io saro giudicato nella tana del lupo !
Poi l'avvocato intuendo forse la mia inquietudine mi mostra la prima pagina del quotidiano locale "Varese notizie" una indagine statistica ha appurato che la maggior parte della popolazione auspica da parte della Svizzera una annessione,pare che dall'altra parte si stia piuttosto meglio,burocrazia,tasse,standard di vita etc,pare...che Varese stia vivendo un certo declino e questo dopo quasi un decennio di dominio incontrastato del carroccio (...),la Lega Nord se ne è parecchio risentita,fioccano dichiarazioni di fuoco e strida "al tradimento,ingrati ..." e via dicendo e replica secca :"...se nascerà la Padania saremo lieti di annetterci anche il Canton Ticino ! " al che mi sono chiesto quale sarebbe stata in proposito l'opinione degli svizzeri interessati.
L'avvocato mi dice che ha passato il "diario segreto" a qualcuno che bazzica la letteratura più seriamente di me (...) dice che si è divertito un sacco e si congratula con me per la vena inventiva ma che sarebbe il caso di correggere una volta per tutte gli errori di grammatica...
Ribadisco che apparire un "dilettante" aiuta e ridimensiona la mia vanità,il mio ego ed al contempo sollecita qualche indulgenza nella critica del "belpaese" notoriamente appiattita certo ma feroce quando emerge.
Ci accomodiamo in una saletta al piano superiore della questura dopo una brevissima attesa,alla richiesta dei miei documenti non esibisco i miei quelli italiani,oppongo la mia carta di identità francese e metto subito in chiaro (per quanto possa servire) che sono un cittadino francese.
Mi interroga un giovane ufficiale,sguardo leggermente corruciato,quasi impercettibile,molto serio e un po fuori dall'ordinario è presente anche un alto funzionario,entrambi cortesi,fermi,sorridenti e risoluti,affatto zelanti...dietro di essi appesa in bella vista  una citazione di Davigo,uno dei giudici di "mani pulite" che fà più o meno "Le conseguenze dei reati dovrebbero ricadere su chi li commette e non su chi li scopre"

Mi viene posta una prima domanda che mi sorprende :"..signor Abbatangelo quali sono le sue attuali condizzioni economiche? Lei si considera benestante o..."
Sorpreso rispondo che sono un artista e come tale in questo periodo condivido e partecipo pienamente al disagio che vive il paese intero.
L'idea che mi suggeriscono mi dice che non hanno molto approfondito "il caso" mà è solo una impressione.
Mentre rispondo mi vengono alla mente certi commenti acidi piovuti sul blog fra essi: "speriamo che la "trota" possa comprarsi una Ferrari o pagarsi le ferie con i tuoi quattrini bastardo ! "
L'interrogatorio dura poco più di due ore,sin dall'inizio il relatore trova molte difficoltà a sintetizzare le mie risposte.
"lei ha un blog...ha pubblicato una serie di articoli..." e io con l'aiuto del mio avvocato che spiego cortesemente che ho pubblicato,scritto una novella,una storia inquadrabile nella letteratura satirica (solo uno degli aspetti) estesa in una serie di episodi che si ispirano a fatti di cronaca per la maggior parte inquadrabili in manifestazioni razziste e xenofobobe le quali suscitavano la mia indignazione in quanto italiano e artista (...) 
Entro nel dettaglio con pedanteria minuziosa "si tratta di un racconto che si dispiega,gioca l'iperbole,la creazione fantastica,surreale,inverosimile ad una precisa finalità,riportare il lettore alla cronaca (la stessa che mi ispira) farlo riflettere ed al contempo anticipare tutta una serie di eventi se possibile disinnescandoli e faccio un esempio citando uno degli episodi,quello dove la "trota" con una banda di amici raggiunge Roma per far saltare in aria la placca in marmo che celebra la "Breccia di Porta Pia" uno degli eventi cardini del Risorgimento,dell'unità d'Italia.
E poi riporto un episodio di cronaca recente accaduto a Villa Borghese nei giardini del Pincio e precisamente la distruzzione vandalica dei busti risorgimentali !
A sott'intendere che a tutta evidenza l'episodio,il racconto potrebbe averli dissuasi dal primo più importante obbiettivo,provocazione e in ogni caso fatto intuire al lettore informato che il seguito...che verrà!
Aggiungo che di solito la letteratura e l'immaginazione vengono ridicolizzati dalla inventiva di cui è capace la realtà (...) e che io con la mia pratica dilettantesca della letteratura ho come l'impressione di anticiparla,evocarla politicamente parlando (...) Il pc si blocca grazie alla "tempestività" del correttore e ne approfittiamo per mettere a punto certi verbi e i punti salienti delle mie dichiarazioni.
Esibisco inoltre la copertina in PDF della raccolta con la nota immagine della "Cappella Sistina" con Dio Umberto che concede con il dito nepotista la "vita" a Renzo Bossi e indico la prefazione in cui si dice chiaramente che si tratta di satira "una risata vi seppellirà " di fantasia etc,
Ecco che l'interrogatorio subisce un momento di confusione,credevano di dover stendere una relazione intorno a degli articoli e invece si trovano catapultati nella letteratura,in certe sue forme sperimentali,anarchiche e illuminate da una sola regola " non ci sono regole e seppure c'è nessuno sà quale sia ne dove abiti ! "
Risparmio loro la "tiritera" sulla libertà di espressione sancita nella Costituzione ed ogni connotazione politica e non manco di far presente la mia identità di artista (cosa su cui sono molto informati) e di come mi sono ispirato al Surrealismo e al Dadaismo per concepire il percorso letterario del "diario segreto"
Insomma ci è voluto un bel po di tempo per stendere correttamente il verbale d'interrogatorio che a fine seduta avrei dovuto firmare.
Ho consegnato la fotocopia di un documento che testimonia l'iscrizione del "diario segreto" nell'albo delle opere letterarie a Parigi e l'avvocato ha precisato che si tratta di una specie di SIAE francese (...)
Dopo la firma del verbale veniamo congedati con amabilità e cortesia,mi chiedono se faro una cronaca dell'interrogatorio,mostrando in tal modo di conoscermi bene,e mi affiora il sospetto che abbiano cercato di farmi ammettere qualcosa che possa essere utilizzato contro di me,la qual cosa è ovvia certo,mi fossi fatto sfuggire che ho scritto degli articoli mi sarei cacciato in un bel pasticcio (...) 
Uscendo dal palazzo mi rendo conto che sul mio caso viene esercitata una certa indubbia pressione.

D: Renzo Bossi è costantemente preso di mira da molti. Perché ha denunciato proprio te?

R:Hanno scelto me "l'Ulisse" il signor nessuno per dare una lezione al web,l'icona per eccellenza del bamboccione figlio del nepotismo politico la si deve in qualche modo proteggere (...) cosicche la dinastia potrà crescere robusta e intoccabile!

Aggiungo che la sentenza che mi riguarda farà giurisprudenza e decreterà forse mà voglio sperare di no la morte della satira nel web !
La satira è il condimento per eccellenza della democrazia,là dove essa è perseguita abbiamo autoritarismo,regime,dittatura.

D: Ho dato una lettura al "Diario segreto", non mi pare vi sia scritto qualcosa di offensivo. Da che cosa si è sentito leso in particolare Renzo Bossi?

 

R: Una indiscrezione riportatami dice che la "trota" si è armata di un pennarello rosso per sottolineare i paragrafi da incriminare,da denunciare ma che alla fine tutto il diario era diventato rosso e illegibile,con un gesto di stizza tipica del leghista che vede cento comunisti tutti assieme lo avrebbe passato al suo legale ingiungendogli parentoriamente "...senta faccia lei tanto..."
Il "diario segreto" lo ha letto e bene sia Renzo e in una certa misura anche il padre che è uno che s'incazza di rado ma quando cio avviene...

Dimenticavo:in relazione all'attentato "all'onore" di Renzo Bossi il quale si fà premura (bontà sua) di affermare nella querela che non ha mai svolto attività "politica" ...al che i più informati,leggasi perfidi rammenteranno quando al  Salone del Libro di Torino (...) a cui si era autoinvitato per celebrare la recente elezione al Consiglio regionale della Lombardia (...) alla precisa domanda dell'intervistatrice "perchè è stato bocciato 3 volte ? " replico:" gli impegni politici mi hanno distratto dagli studi...
Il fatto è che alcuni episodi e paragrafi toccano la famiglia,quella che non si tocca mai (...) o perlomeno la loro,quella del Premier invece (...) la faccenda sarebbe divenuta una questione personale,molto emotiva e coinvolgente.
Adesso non resta che aspettare,una lunga attesa,potrebbe anche accadere che il giudice ritenga la querela non ammissibile e la rigetti o chesso una archiviazione...
Insomma sono aperte le scommesse,l'opzione favorita?
Impiccare la satira al lampione !
Faccio una constatazione infelice:un esimio rappresentante della "Padania felix" (e qualche zelante comprimario) quella che non c'è ma che vuole esserci,secessionista,surreale, grottesca,pericolosamente sovversiva,volta a minare i valori alla base della convivenza civile,una sorta di satira all'incontrario,vuole godere del privilegio di essere la sola manifestazione "umoristica" del paese!

D: Perché hai scelto proprio Renzo Bossi per fare satira?
R:Per me scrivere è stato dapprima principalmente uno sfogo,vi furono episodi riportati dalla cronaca tali da lasciarmi rivoltato,abitato non solo da una profonda indignazione mà anche collera,rabbia,ad esempio quanto accadde a Coccaglio o ad Adro..poi sti sindaci scheriffi senza andare tanto indietro a Gentilini,gente che in un paese civile sarebbe ineligibile o in galera...  (...),ritenni allora di dover incanalare la rabbia e la mia passione civile in un percorso suscettibile di sublimare la frustrazione,la condizione di impotenza in cui mi precipitavano certi fatti,sono figlio di immigrati in America latina,nato in Argentina (Miguel Angel Abbatangelo) la mia famiglia rientro in Italia quando avevo sette anni (...) spero che questo aiuti a capire,collocare il personaggio (...) d'impulso incominciai a scrivere e  lentamente anche grazie all'apprezzamento incontrato sul web si fece strada in me la consapevolezza d'aver centrato non solo un genere,uno stile inquadrato chiaramente nella satira ma anche qualcosa dalla fortissima valenza politica in termini di denuncia...
E satira,è letteratura ed allo stesso tempo Arte che sono valori protetti dalla nostra costituzione o almeno cosi io credo...
Al di là del fatto che ho scelto di chiamare i personaggi per nome ritenendo che non fosse il caso di procedere vista la gravità della situazione politica a infingimenti e accortezze giocate con soprannomi che richiamassero personaggi reali.
Mi è parve allora una inutile ipocrisia...

Credo che Renzo B. si sia principalmente risentito dapprima dalla grande diffusione del diario e subito dopo dal fatto che la sua immagine non incassava un penny in termini di diritti d'autore,suppongo si sappia che questi "signori" sono sensibilissimi alle dinamiche dell'onestà spicciola-e-degli-spiccioli (...)  bhè veniamo alle cose serie:"il fatto quotidiano" dice "colpirne uno per educarne 100 !" insomma colpire un signor nessuno per imbrigliare o intimidire quel web impertinente che da almeno 2 anni "perseguita" senza pietà il delfino di Umberto Bossi.
L'Erede che ha principalmente la responsabilità di ripulire l'immagine irrimediabilmente compromessa del partito andava protetto e infatti mi risulta che non sono l'unico nel mirino,ovviamente si servono della legge sulla stampa del 1948 (...)
viene stiracchiata da tutti i lati ed applicata al web con dovizia di argomentazione e dettaglio,qualche precedente tirato per i capelli e per analogia riversata sul web (...)

D: Come nasce l'idea del "Diario segreto"? E come ha reagito il pubblico dei lettori?
R: E vero che Renzo è il filo conduttore della serie di racconti,l'ispirazione se cosi si puo dire mi viene dal diario intimo di Carla Bruni apparso giornalmente sul "Canard Enchainé" settimanale "satirico" edito in Francia e leggendario; successivamente ho introdotto via via che la cronaca mi ispirava altri personaggi scoprendo che Renzo ormai era assunto ad icona del bamboccione medio italiano,il web manifesta nei suoi confronti un risentimento da far paura,me ne sono accorto dopo,il percorso della sua "carriera" sopratutto fra i giovani suscita diciamo cosi molte perplessità,ha un che di surreale e di grottesco.

L'ambiente leghista che conosco è esclusivamente quello del social in cui apparvero per la prima volta i racconti,OKNOtizie e facebook,rammento che al primo apparire fioccarono fior di commenti per cosi dire:aggressivi,un po di quella pattumiera che si riscontra nei forum quando la discussione si fà...dura!
Inutile,perfettamente inutile impiegare il termine satira,non sanno neppure cosa sia (...) mancano completamente di senso dell'humor,l'abbruttimento tocca livelli subumani (...) insomma appena escono dal "bar sport ridiventano persone "serie" ombrose soppratutto permalose,suppongo si sappia che nei confronti della famiglia Bossi vige un vero culto della personalità;credo qualcosa che ha a che fare con strani processi o dinamiche di identificazione !

La vicenda della querela avrebbe dovuto spingermi a qualche precauzione invece no,come già detto alla mia prima intervista sul caso quando la lessi scoppiai a ridere,ogni volta che ci ritorno su è cosi,non mi pare una cosa seria tantopiù che sono un cittadino francese oltre che italiano e di questo intendo avvalermi in ogni sede.La sequenza di racconti non ha avuto un seguito solo perchè sto lavorando ad una edizione su carta stampata,un libro,fin da subito mi sono state fatte delle proposte la qual cosa mi ha obbligato a ripassare la grammatica italiana,il libro uscira al compimento della vicenda processuale (in ogni caso) dovessi stamparlo qui in Francia !
Ad oggi lo hanno letto oltre 100.000 persone e non mi pare poco,certo la maggior risonanza la si è avuta quando apparve nelle pagine dell'Espresso (...) in quei giorni,in quella settimana registravo accessi nel mio blog dell'ordine di 9.000 persone al giorno...!

La mia per cosi dire "leggerezza incosciente" il mio disincanto nell'affrontare questa vicenda nasce da alcune certezze fra cui il valore letterario stilistico contenuto nella serie di racconti (...) non tanto un saper scrivere (...) quanto uno stile surrealista "surrealtà" direbbe Picasso che preconizza attraverso la farsa,il sarcasmo,la commedia grassa e ridanciana e l'iperbole un divenire assurdo,grottesco,suscettibile di anticipare la realtà,non metto mai in derisione i personaggi su cui accentro la mia attenzione,o almeno ci provo,mi pare inutile e gratuito,è come sparare sulla croce rossa (...) e qui faccio un esempio,in uno dei racconti c'è un tentativo d'attentato alla targa che commemora Porta Pia (...) ebbene un anno dopo i busti risorgimentali al Pincio,Villa Borghese a Roma vennero rinvenuti vandalizati e scaravoltati a terra (...) oppure si vada alle dichiarazioni di Borghezio sui monumenti dedicati a Garibaldi e al risorgimento (...) insomma non sono pochi i miei lettori che commentano "sembra tutto vero,più vero del vero oddio...diventerà vero? " !
Parafrasando Picasso (io sono un pittore) direi:"la menzogna,l'invenzione fantastica serve a raccontare e illustrare la verità "!

La censura...la satira...credo che tenteranno sino all'ultimo agendo per dosi omeopatiche come dice Umberto Eco di controllare con museruole sempre più strette sia i media (fatto) che il web in generale,è certamente desolante quello che dico perchè vi si scorge un che di fatalista e rassegnato;molti non hanno la minima idea come viene recepito il nostro paese all'estero,anche dagli stessi italiani che risiedono fuori patria amareggiati,autoesiliati o per lavoro...

La misura della solidarietà ricevuta è tale che posso esprimere al riguardo solo stupore e meraviglia,durante la stesura del diario tutto quello che è avvenuto dopo la pubblicazione sul web mi è giunto totalmente inaspettato,i commenti o le mail che ho ricevuto mi hanno immensamente confortato in un momento di protratta accesa solitudine disperante per le  attese minime,politiche attinenti il mio paese in termini di dignità ed etica...subivano rovesci tali che ce ne voleva di immaginazione per contemplare una realtà diversa.


D: Il primo round ti ha visto vincitore: le regole che valgono per la stampa non si possono applicare al web. In sostanza, che cosa significa?

R:Andando nello specifico allora cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta “ Tutto quello pubblicato su internet, tranne le testate giornalistiche regolarmente registrate e che necessitano obbligatoriamente di un direttore responsabile- sottolinea ancora l’avvocato Beraldo (Varese)- non possono essere assimilabili alla carta stampata, così  come viene contemplato appunto dalla legge n.47 del 1948 articolo 13 ossia la legge sulle disposizioni della stampa, riguardante la diffamazione.” Tutto chiaro allora. Un bell’inghippo legislativo che va ben oltre questa querela ma che coinvolge nemmeno tanto indirettamente tutti quelli che in internet pubblicano qualcosa. Tanto per intenderci: se  questa legge venisse applicata, i proprietari di Facebook così come di tutte le piattaforme che ospitano i blog o siti similari,  dovrebbero controllare costantemente tutto quello che viene pubblicato dai loro utenti nel mondo! Insomma un delirio.




domenica 6 marzo 2011

L'abuso della divisa.

Dopo la notizia della violenza perpetrata su una donna arrestata da parte di alcuni carabinieri si è prodotto, del tutto spontaneamente, un lancio di uova verso la caserma da cui comunque gli accusati erano già stati trasferiti. "Vergognoso", qualcuno dice. Sono sempre stata contraria a gesti di linciaggio e ho difeso, ogni volta che mi è stato possibile, l'operato delle Forze dell'Ordine, prendendomi anche qualche "fascista" indirizzato alla mia persona. Stavolta non riesco proprio né a condannare il gesto di quelle donne né a trovare una qualunque giustificazione per l'operato dei carabinieri coinvolti. Perché è vero che non si può generalizzare ma è anche vero che il cittadino sempre più spesso non si sente difeso né protetto da quella divisa, solo abusato e sopraffatto. Nello specifico, è pura idiozia (ed esempio di una mentalità abusante) dichiarare che la donna era consenziente: da quando in qua ai detenuti viene concesso di intrattenere rapporti (anche non sessuali) se dichiarano di averne voglia? E questo nell'ipotesi che ci sia del vero nelle loro parole. Perché, poi, ci sarebbe ancora da chiedersi come si possa presupporre ("intuire" è il verbo usato, per essere precisi) che una donna in cella sia libera di acconsentire o no: una vera contraddizione di termini, che sarebbe stata risolta se i signori in questione avessero avuto la compiacenza di aspettare che la donna fosse davvero libera e non in condizione comunque di soggezione. Sento parlare di rispetto per la divisa, di esagerazioni nelle proteste a fronte di un impegno quotidiano fatto di onestà, serietà, dedizione. Benissimo, per questo sono pagati. Non è che se io, docente, abuso della mia posizione nei confronti di uno studente non posso e non devo essere contestata giacché ci sono altri insegnanti che svolgono la loro professione correttamente; non è che se compio il mio dovere, regolarmente retribuita (se lo stipendio mi pare insufficiente protesto, come qualunque categoria di lavoratore), mi si debba onorare per questo. Non sono un eroe, sono un lavoratore come gli altri. Le proteste di fronte alla caserma hanno un senso: il nuovo abuso va a sommasi agli altri contro i detenuti picchiati e talvolta persino portati alla morte da chi li ha in custodia. Il carabiniere o il poliziotto deve capire, una volta per tutte, che non è suo compito giudicare il detenuto, non ne ha l'autorità. Non è sua premura sollazzarsi con chi gli è stato affidato anche (pare) oltre l'orario di servizio. Ecco, quest'abnegazione, questo eccessivo zelo hanno un preciso nome: abuso.

martedì 1 marzo 2011

Le donne provocatrici di monsignor Bertoldo

Monsignor Bertoldo è un vescovo. Che ha ritenuto opportuno dire la sua sulle violenze che le donne subiscono (nell'evidente tentativo di evangelizzare con perle di saggezza il mondo tutto). Secondo l'ecclesiastico, dunque, sono le donne stesse a provocare i poveri violentatori, assurti a vittime nel quadro logico prospettato dal vescovo, e i danni provocati da queste tentatrici alla perenne ricerca di un possibile sopraffattore sono certamente più ingenti di quelli causati dai preti pedofili. Ora, se un qualunque cittadino italiano profferisse simili idiozie verrebbe giustamente accusato di apologia di reato nonché sottoposto a un TSO d'urgenza. Perché è lampante quali conseguenze possano apportare parole di questo tipo. E' la prima volta che la Chiesa cattolica si produce in simili follie? No. Ne sono stupita? Neppure. Ciò che m'indigna davvero è il comportamento dei cattolici ed in particolare delle donne cattoliche. Perché dovrebbero essere loro a gridare a questi signori che è ora di smetterla, dovrebbero essere loro a porre finalmente un freno a dichiarazioni deliranti e pericolose. Credere in un Dio non giustifica il silenzio colpevole di quanti permettono che passi il messaggio assolutorio nei confronti di violentatori che non hanno né devono avere alcuna giustificazione e mai. Credere non significa accettare supinamente le tesi criminali di una Chiesa che si è assunta il compito di calpestare le donne nel tentativo di autoassolversi dai reati di pedofilia. Nessuno si permette di criticare la Chiesa cattolica quando parla dei suoi dogmi, nessuno la accusa di abuso della credulità popolare (e ce ne sarebbe ben donde); chi lo fa viene cacciato da trasmissioni TV, esposto al pubblico ludibrio, mandato all'inferno d'imperio, ostracizzato, censurato. L'esame di coscienza dovrebbero farlo i cattolici e chiedersi quanta responsabilità hanno ed avranno, con il loro silenzio complice e colpevole, quando una donna è vittima di violenza in qualità del suo semplice essere donna.

lunedì 28 febbraio 2011

Gelmini e le errate distinzioni fra scuola pubblica e privata

Il Premier critica duramente la scuola pubblica, coerenza e logica vorrebbero che il Ministro della Pubblica Istruzione difendesse l'istituzione che presiede e per la quale viene pagata (dai cittadini, non dal Presidente del Consiglio). Ma Gelmini, lo sappiamo, con la coerenza e la logica ha da sempre avuto dei problemi (per ultimo, il suo intervento a proposito della manifestazione del 13 Febbraio quando definì "poche radical-chic" un milione di donne in piazza) e, alzatasi a difendere l'indifendibile capo ( che, infatti, smentendo sè stesso e anche l'improvvisato difensore d'ufficio, prova a dire di essere stato ancora una volta frainteso), parla di "errate distinzioni fra scuola pubblica e privata". Ora, conoscendo già da tempo l'avversione della ministra per un contatto con la realtà, provo, con molta umiltà, a farle sapere quali siano tali distinzioni avendo maturato un'esperienza in entrambi i settori. Le anime semplici potrebbero obiettare che già i numeri sono significativi e che è lapalissiano che la scuola privata è riservata ai privilegiati danarosi, ma Gelmini non si lascia abbattere da queste considerazioni, ergo bisogna proprio spiegarle le differenze ad una ad una. Non so come funzioni nelle altre regioni d'Italia, ma nelle scuole private di cui ho conoscenza io sono i docenti a pagare per poter insegnare. Che cosa pagano? Il punteggio che, prima o poi, consentirà loro di scalare la graduatoria che li metterà in condizione di poter finalmente essere retribuiti per il lavoro svolto. Nella scuola pubblica, cara ministra, non avviene niente del genere. Nelle scuole capita che ci siano ragazzi con pochissima voglia di studiare e tanta, invece, di disturbare: in quella pubblica il docente ha i mezzi per ovviare, il voto, ad esempio, di profitto e di condotta, o l'esclusione dalle lezioni; nella privata non può paventare una bocciatura a meno che non desideri essere deriso a vita giacché al momento dell'iscrizione è ampiamente prevista la promozione senza altro impegno oltre al pagamento; quanto alle sanzioni disciplinari godono anch'esse di una rispettabile derisione perché l'unica reale conseguenza di un'esclusione è un ringraziamento da parte dello studente (si fa per dire) più educato, una ritorsione da parte di quello più irrequieto (ce ne sono, sa?).  Il docente, mi si chiederà, non può andare a protestare con il proprietario della scuola privata? E certo che può, se desidera essere immediatamente rimandato a casa. Perché, al momento dell'assunzione, nella scuola privata, fra i fogli che ti presentano per il sospirato contratto ce n'è uno da firmare in bianco, quello delle dimissioni spontanee, senza data. Io so che le sembrerà assurdo, ministra, ma in nessuna scuola pubblica avviene qualcosa del genere. Le basta per cominciare a capire quali siano le distinzioni? O ha anch'ella frequentato scuole private?

domenica 27 febbraio 2011

Gheddafi il benefattore.

C'è una certa sinistra che mi procura disagio. Da qualche giorno a questa parte si affanna a cercare di dimostrare che il massacro in corso in Libia è inesistente. A nulla valgono le esplicite minacce di Gheddafi, a nulla i reportage dei giornalisti lì presenti, a nulla l'arrivo in massa di scampati alla carneficina (perché scappano se si sta tanto bene in Libia?), a nulla l'oscuramento del web perpetrato dal regime con qualche fortunata falla su Twitter dove si possono leggere commenti paurosi. Sembra quasi di sentire i berlusconiani, in quest'appassionata difesa del dittatore, ma loro hanno una qualche ragione: non possono ammettere che il loro leader fosse amico di un tiranno. Che è successo, dunque, a questa sinistra? Quando e perché si è accorta che Gheddafi non può essere il mostro che, fino a ieri, dipingevano essi stessi? Finché il nostro Governo ha mantenuto una posizione colpevolmente titubante era un coro di "Vergogna!", poi è arrivato Obama. E da quel momento niente più è stato come prima. Sono gli USA ad avere ordito un complotto ai danni di quel benefattore dell'umanità intera con particolare predilezione per il suo stesso popolo. Chi l'ha detto? Gheddafi stesso. Ha anche aggiunto che Bin Laden ha drogato i rivoltosi e che il malocchio ha colpito la Libia, ma son quisquilie di fronte all'evidente colpa del nemico statunitense. Per una volta la destra trova un insperato alleato in questa sinistra. Quella, cioè, furba, che ha capito tutto, che nessuno può ingannare, altro che gli imbecilli come noi che crediamo che un dittatore rimanga tale sempre e sia sempre da condannare. Che dire? Trasferitevi in Libia ed andate ad assaporare un po' di vera libertà.

mercoledì 19 gennaio 2011

Perché b. non si dimette?

b. non si smentisce, identico a se stesso anche nell'evidente schizofrenia delle sue dichiarazioni. L'avevamo lasciato turbato, infastidito, indignato in un video di difesa preventiva, ieri dichiara che si sta divertendo. Se fosse vero sarebbe l'unico attualmente in Italia. Ma non è questo il punto: è un uomo chiaramente incapace di alcuna sincerità ed onestà: gli hanno dato un copione (francamente poco credibile ma giustificabile), l'ha interpretato fedelmente pur dovendo a più riprese guardare nei fogli per parlare della sua vita riscritta a beneficio dei telespettatori, poi l'hanno lasciato solo per pochi minuti e rieccolo con la sua spacconeria. Incontinente, senza dubbio alcuno. A chi gli chiede di dimissioni risponde che è da matti e questo è il suo linguaggio. Ma b. non è affatto solo quando si rifiuta di farsi da parte: è ancora una volta circondato dalla sua corte che si aggrappa a lui disperatamente. Deve dimettersi? Allo stato attuale è accusato di reati gravi, è sacrosanto che gli venga riconosciuto il diritto di difendersi (nelle sedi opportune e il più in fretta possibile), ma qualunque persona dotata di un minimo di intelligenza politica e di senso dello Stato gli consiglierebbe (e di fatto gli consiglia) di non trascinare l'Italia ancora più giù di quanto non sia. Non mi riferisco al PD che si permette di chiamare a raccolta le donne lese (perché non ha fatto lo stesso con i lavoratori nei recenti fatti della FIAT?) nella loro dignità e che le accusa di non essersi sollevate abbastanza: se le favorite del cosiddetto premier sono state elette è colpa di una legge elettorale che ha presentato liste blindate e che continua ad essere vigente. A chiedere il passo indietro sono i consiglieri  di b. stesso, gente che gli è stata accanto e che, lucidamente, si rende conto che un cambiamento è necessario e dovuto, anche per soddisfare le aspettative dell'elettorato cattolico. Ma b. non sa scegliere, l'abbiamo visto dalle intercettazioni: si circonda di cortigiani adulanti che ovviamente non hanno alcun interesse a che il suo potere finisca. L'ha detto Ruby con crudezza, finché c'è lui lei mangia. E' l'identico discorso che fanno e si fanno quanti lo tengono su quella poltrona. Se va via lui, che mangiano?

venerdì 14 gennaio 2011

Se io fossi operaio.

Se io fossi operaio non saprei se votare sì o no, se annullare la mia dignità per un posto di lavoro, se accettare un ricatto che non ha uguali.
Se io fossi operaio guarderei la mia famiglia e mi chiederei se posso permettermi un sussulto d'orgoglio che pagherebbero poi i miei figli oltre a me.
Se io fossi operaio mi sentirei dilaniato a dover scegliere fra la mia sopravvivenza e la solidarietà agli operai, uguali a me, della FIOM.
Ma se io fossi Fassino o Berlusconi tacerei.