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venerdì 8 ottobre 2010

I buoni, i cattivi e l'onestà

Sono tempi di confusione e confesso di non sapermici spesso raccapezzare. Assisto a scontri accesi, trasversali, tutti gridano le loro ragioni, nessun dubbio, mai. Tranne tacere sulle notizie che non fanno comodo alle proprie opinioni, quelle si accantonano, non sono importanti. Io non mi ci ritrovo, davvero.
A me pare naturale che, se disapprovo i metodi usati da b., non posso poi approvarli se ad usarli, quegli stessi mezzi, è l'opposizione.
Se sono contraria ai gruppi di estremisti "neri" che picchiano chi è dissenziente mi pare ovvio che non potrò dire sì agli estremisti "rossi" , perché la violenza è la stessa di prima. Se sono a favore della libertà della donna  non cambio idea se viene negata da regimi antiamericani perché la donna è la stessa di prima. Se sono dalla parte dei bambini non taccio quando ad ammazzarli o picchiarli è la madre, perché sono gli stessi bambini di prima. Se lotto per la libertà dei giornalisti non posso non condannare un attentato ad un direttore di destra, perché la libertà è la stessa di prima. Se sono contraria alla pena di morte non la avallo perché è accaduto un fatto di cronaca, perché è la stessa condanna di prima. Se sono per la libertà di confessione religiosa non cambio idea se la costrizione è islamica e neppure se è ateistica, perché è la stessa indipendenza di prima. Se sono contraria al razzismo della lega verso i meridionali non posso essere d'accordo con quello contro i settentrionali, perché il razzismo è lo stesso identico che ho biasimato prima. Se sono dalla parte della Giustizia non cambio la mia idea quando questa tocca un mio conoscente o una donna, perché è la stessa Legge di prima.
Credo ci siano dei valori che sono da preservare intatti e da anteporre ad una bandiera. E che quando due di questi confliggono bisognerebbe guardare a quello più importante non per sè stessi ma per la società. Essere dalla parte degli immigrati non significa tacere quando uno di loro commette un reato perché è un uomo e può sbagliare. Opporsi alla violenza contro le donne non comporta il silenzio quando è una donna ad essere omicida, perché le due cose non sono in antitesi anzi non c'entrano proprio l'una con l'altra.
La conflittualità credo nasca quando si abbracciano ciecamente delle parti e si divide il mondo fra buoni e cattivi in base al tifo per la propria bandiera respingendo ogni possibilità di dialogo e di messa in discussione, insultando l'altro e considerandolo un nemico da distruggere, il male assoluto, con ogni mezzo e in ogni modo.
Sacrificando l'onestà.
Perché il mio reato non è migliore del tuo, la mia violenza non è meno condannabile di quella tua, la mia disonestà non può essere assolta mentre condanno la tua.
Perché io non ho più diritti di te, non li ho e non devo averli.

6 commenti:

  1. Questa è semplice logica. Buon senso... ? Tutte cose che mancano. Che non vengono considerate. Peccato, perchè sono giuste. Anzi, essenziali.

    Carla.

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  2. c'è qualcuno che non porge più l'altra guancia. anche questo è un suo diritto.
    g.d.r.

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  3. Sì, il diritto di cominciare una guerra.
    E'mio diritto dire: "Io non ci sto".

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  4. nessuna guerra, è solo il diritto di pretendere una giustizia seria e degna di questo nome. Hai commesso un delitto atroce? sei stato riconosciuto colpevole? bene..... devi marcire in galera senza alcuna attenuante, visto che in italia vige l'ergastolo come massima pena. Poi io penso che sia giunto il momento di un referendum popolare sulla pena di morte, siamo in un paese "democratico"? bene..... se si raggiunge la maggioranza è giusto che si cambino le regole, no? altrimenti si rimanga pure così.
    G.D.R.

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  5. G.D.R., se per decreto popolare venisse sancita la dittatura in Italia,tu saresti sempre per l'appello alla volontà del popolo?

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  6. ci dobbiamo decidere se la volontà popolare abbia SEMPRE VALORE oppure no.
    Cmq per rispondere alla tua domanda, io democraticamente prenderei atto di questo e me ne andrei in Svizzera!!!

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