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martedì 14 settembre 2010

Un'iraniana in lotta- Conversazione con Negs Ir

C'è un popolo che da un anno almeno sta cercando con tutte le sue forze di dire no ad un regime che non consente libertà alcuna. C'è un popolo che è sceso in strada, massacrato prima con le armi ora messo a tacere nell'indifferenza internazionale. C'è un popolo che chiede aiuto con una dignità commovente. La rivolta iraniana non riguarda solo quel popolo. Di seguito leggerete la conversazione con Negs Ir che spero vi aiuterà a comprendere meglio ciò che sta accadendo in Iran. Quello che non è detto da Negs lo aggiungo io: da un anno silenziosamente c'è un gruppo di persone che dedica  le proprie giornate a tradurre articoli e note in tutte le principali lingue, con turni massacranti. Ore ed ore per fare conoscere la reale situazione dei prigionieri iraniani, per far girare appelli per cercare di fermare esecuzioni in una lotta contro il tempo che ha del folle. Sono loro che stanno tenendo viva la lotta, fare sentire la loro voce è quindi prima di tutto un dovere morale.

1) D: Possiamo spiegare in breve il perché della rivolta in Iran?

    R:Innanzi tutto vorrei sottolineare che le mie risposte vengono da parte mia come individuo e non rappresento nessun gruppo o il Movimento Verde Iraniano etc. Sono semplicemente una Iraniana che fa parte e sostiene il Movimento Verde.Devo dire piu' di parlare di una rivolta parlerei in questo caso di un "movimento per i diritti civili". Secondo me il movimento in sè ha avuto inizio ancora prima delle elezioni presidenziali dell'anno scorso, nel 1997 quando fu eletto il presidente riformista Khatami e per la prima volta dalla Rivoluzione Islamica del 1979, nella società iraniana si è incominciato a parlare e scrivere piu' apertamente di concetti come la democrazia, il secularismo, della riforma e di dare piu' spazio all'arte, alla cultura e al diritto di espressione. Anche se tanti ritengono che Khatami durante la sua presidenza avesse perso la sfida contro la linea dura rappresentata dal clero conservatore, ma oggi possiamo senz'altro dire che proprio quella "lotta", vinta o persa che sia, abbia contribuito alla nascita e alla crescita del Movimento dei Diritti Civili in Iran che adesso si presenta come il "Movimento Verde". Come in tutti gli altri movimenti civili, ci sono momenti "clue" quando la crescita e l'avanzamento del movimento in una societa' si presenta con piu' forza e diventa piu' evidente, e in Iran questo è avvenuto dopo i brogli elettorali dell'anno scorso. La maggioranza della società civile iraniana aveva deciso di sostenere il candidato riformista Moussavi contro il candidato conservatore Mahmoud Ahmadinejad per avere piu' libertà e poter essre coinvolta nelledecisioni politiche del paese attraverso le riforme. La gente e gli attivisti politici avevano capito che il boicottaggio delle elezioni precedenti in segno di protesta, gli aveva procurato 5 anni di presidenza di Ahmadinejad con conseguenze disastrose sia sul campo dei diritti civili che quello economico e internazionale. Quindi avevano deciso di impiegare tutte le loro forze e votare. Votare per il cambiamento. C'era tanta speranza. Durante la campagna elettorale l'atmosfera nelle città era elettrizzante. Tantissima energia (per la maggior parte, energia giovanile ... in iran il 70% della popolazione ha meno di 30 anni), tantissima passione e tantissima voglia di fare. Quando il ministero dell'interno ha annunciato i risultati e la vincità di Ahmadinejad, tutto è diventato buio. I brogli erano evidenti. Già nel corso della giornata elettorale, c'erano stati atti irregolari presso le sedi elettorali. I risultati erano annunciati ancora prima della chiusura delle urne. Le cifre non corripondevano. Gli osservatori dell'opposizione sono stati attaccatti e arrestati lo stesso giorno. La delusione e la sensazione di essere stati imbrogliati era troppo forte. Era impossibile di trattenere tutta quella energia e la gente il giorno dopo istintivamente, senza nessun piano precedente, è scesa nelle strade in silenzio. Vedere tutta quella gente in milioni e milioni era impressionante. Le manifestazioni erano pacifiche e silenziose, ma il regime ha reagito con una violenza atroce. Il Leader Spirituale in un discorso pubblico durante le preghiere di Venerdì ha chiaramente ordinato le forze di sicurezza e i Basiji di attaccare i manifestanti pacifici e soffocare le proteste. I Basiji come cani sguinzagliati hanno aperto fuoco contro la gente innocente, gli hanno picchiati, arrestati, torturati e violentati nelle prigioni. Hanno nascosto e bruciato i loro corpi. Il regime era sorpreso e spaventato. C'era tanta violenza.

2)D: Quali sono i dati della repressione e che cosa è cambiato dall'anno scorso?

   R:Non ci sono dati certi. Il regime parla di circa 75 morti ma sicuramente sono stati di piu' ... oltre 100 o 150 forse? Secondo Amnesty ci sono stati oltre 5000 arrestati. Tanti di questi non sono stati ancora identificati. 7 manifestanti sono stati accusati del reato di "Moharebeh" (Combattente contro il Dio) e impiccati. Altri attivisti sono stati condannati alla pena di morte o a lunghissimi periodi di detenzione.

3)D: Alcune fazioni politiche insinuano che la vostra lotta sia manipolata dagli Stati Uniti: accettereste un intervento degli USA, in realtà?

   R:Pensare che gli Stati Uniti abbia commissionato questo movimento mi sembra una visione molto limitata e a dir poco ridicola anche se è quello che sta insinuando il regime iraniano. Il fatto è che il movimento verde è un movimento nato spontaneamente e naturalmente contro l'oppressione e la dittatura.E' vero che il regime iraniano per il governo degli Stati Uniti e i governi occidentali, pone un serio problema di sicurezza. Forse in questo senso gli Stati Uniti ha voluto sostenere il movimento e l'opposizione interna ma non so fino a che punto sia riuscito. Il regime dall'inizio di questo movimento ha accusato l'opposizione di essere stata manovrata e commissionata dagli USA o Israele o UK etc. Proprio a causa di questa propaganda qualsiasi interferenza da parte degli Stati Uniti nei "nostri affari interni" è stata quasi impossibile perchè sarebbe stata contro producente per la crescita del movimento. In pratica gli Stati Uniti aveva le mani legate. Ha potuto solo premere sulla questione nucleare che rimane comunque una cosa a parte rispetto al movimento verde.Sicuramente gli USA ha fatto in modo di dare respiro all'Onda Verde indirettamente. E' un fatto conosciuto a tutti che gli Stati Uniti abbia contribuito al movimento rafforzzando i mezzi di comunicazione tra gli iraniani (canali satellitari etc) o puo' essere che abbia sostenuto le varie organizzazioni dei diritti umani all'estero che hanno lavorato e contribuito tanto a fare informazione in Iran e fare pressione sul governo Iraniano a livello internazionale. Personalmente non solo sono d'accordo con questo tipo di intervento da parte degli Stati Uniti, ma ritengo che sia il dovere morale della comunità internazionale di aiutare il movimento del popolo iraniano in questo senso.Se però dall' "intervento" intendi uno del tipo militare è ovvio che sono assolutamente contraria per tre motivi principali: 1) Lo spirito del nostro movimento è "pacifico" e esclude qualsiasi tipo di lotta armata. Noi vogliamo arrivare alla democrazia e alla libertà con il minimo danno possibile sia a livello di perdita di vite umane che a livello economico. Una guerra avrebbe conseguenze disastrose per il nostro paese da questi punti di vista e non la vogliamo. 2) Siamo fondamentalmente convinti che la democrazia non sia "esportabile". Abbiamo l'esempi di Afghanistan e di Iraq davanti ai nostri occhi. 3) La democrazia non accade da un giorno all'altro. La società e il nostro movimento devono crescere insieme, passo per passo e tutta la società deve fare l'esperienza e imparare quali sono i principi fondamentali della democrazia e perchè e come ci porterà a un miglioramento. Ci vuole tempo per ottenere tutto questo. Un rovesciamento improvviso del regime sia attraverso una guerra che una rivoluzione non ci garantisce la democrazia. L'esperienza della rivoluzione islamica del 1979 ci ha insegnato questo e ancora oggi ne stiamo pagando le conseguenze.

4)D:  Qual è l'esatta condizione della donna in Iran? Quali i divieti, quali le pene?

   R:Sia dal punto di vista culturale che giuridica la donna in iran non ha gli stessi diritti dell'uomo. Riguardo a questo esiste in Iran un "sub-movimento", quello in difesa dei diritti delle donne! Infatti nel 2006 le donne Iraniane attiviste hanno lanciato la campagna di "Un Milione di Firme" per difendere i propri diritti e chiedere la riforma di tutte le leggi pregiudizievoli previste nella legislazione iraniana (basata sul codice islamico / la Sharia) nei confronti delle donne. La campagna ha avuto molto successo a livello informativo ma naturalmente tutti i membri della campagna sono stati arrestati e torturati da parte del regime. I divieti? sono tanti. Quello piu' evidente riguarda il codice di abbigliamento. Una donna non puo' vestirsi senza il velo se no viene arrestata e frustrata. Deve coprire tutto il suo corpo e può soltanto lasciare fuori il volto e e le sue mani (dal polso i giu'). Una donna non può diventare il presidente o diventare un giudice etc. Dal punto di vista culturale i divieti variano. Dipende da che tipo di famiglia una viene. In alcune famiglie piu' ortodosse una donna non può liberamente per fino parlare a voce alta o cose simili. Le donne iraniane comunque hanno uno spirito molto ribelle e nonostante i divieti sono molto disubidienti! Cercano di essere emancipate, guidano, fumano, lasciano fuori i capelli dal foulard e si truccano (e' una forma di disubidienza civile), studiano, frequentano le università etc. Le donne iraniane hanno partecipato in prima linea insieme agli uomini del paese alle proteste del Movimento Verde del popolo iraniano dopo i brogli elettorali del giugno 2009. Tante di loro sono state malmenate, arrestate, torturate, sessualmente abusate e uccise. Tante si trovano tuttora nelle carceri della Repubblica Islamica.

5)D: Per cambiare la situazione basterebbe che andasse via Ahmadinejad?

   R:Beh sicuramente aiuterebbe ma non basterebbe. Forse se andasse via ora, si potrebbe creare un'altro momento "clue" e il movimento potrebbe fare un salto gigantesco avanti. Ma secondo me non ci dobbiamo illudere e dobbiamo rimanere con i piedi per terra. Penso che un movimento ha bisogno di un percorso piu' lungo come ho spiegato prima. Il cambiamento vero deve avvenire all'inerno della società per essere forte e durare nel tempo. Non dimentichiamo che ce ne sono altre persone come Ahmadinejad che possono prendere il suo posto per non parlare del Leader Spirituale Khamenei che attualmente ha tutto il potere in mano e non è un problema da poco.

6)D: Che cosa può fare la comunità internazionale?

  R: a) fare pressione sul regime focalizzando sulla questione dei diritti umani constantemente e senza interruzioni chiedendo la liberazione dei prigionieri di coscienza, di fermare le esecuzioni ed inviando gli osservatori internazionali in iran per investigare sulla situazione dei diritti umani.b) non proseguire con le sanzioni economiche generalizzate (blocco di tutte le esportazioni per esempio la benzina e i prodotti di prima necessità etc). Le sanzioni cosi generalizzate indeboliscono il popolo iraniano e gli rendono ancora piu vulnerabili e reprimibili.c) bloccare e porre sanzioni contro le aziende e gli stati che attraverso l'esportazione in Iran dei mezzi di repressione, gli armi, le tecnologie di controllo e intercettazioni etc aiutano il governo iraniano a reprimere il ns. popolod) aiutare i giovani iraniani attivisti politici che sono stati costretti a sfuggire dal regime recandosi all'estero di integrarsi al piu presto nella comunità internazionale in modo che possono continuare a contribuire al movimento anche dall'esteroe) engaggiare le proprie risorse ai fini di creare nuovi e moderni strumenti e tecnologie di comunicazione in modo che gli attivisti in iran possano informarsi e rimanere in contatto uno con l'altro senza essere bloccati dai filtri del regime o nel caso delle trasmissioni satellitari neutralizzare le interferenze sulle trasmissioni da parte del regime.f) non fare la guerra contro l'iran per motivi descritti prima

7) D:Quanto conta il fondamentalismo religioso nel mantenimento dell'attuale regime?

   R: Il fondamentalismo islamico è sempre stato uno strumento per giustificare l'oppressione da parte del regime. Il regime in questi 30 anni ha utilizzato il proprio potere economico per prommuovere il fondamentalismo per avere una scusa e una motivazione per eseguire le proprie politiche repressive. La religione ancora conta molto nella società iraniana ma la mia impressione è che il fondamenalismo abbia ormai perso la propria leggitimità e questo è già un risultatol.

8)D:  Che cosa pensi del dibattito europeo sul divieto di indossare il velo?E' una libera scelta delle donne o ne farebbero a meno?

   R: Penso che la maggior parte delle donne musulmane in Europa indossano il velo per una libera scelta. Io non porto il velo perchè mi sento piu' libera senza. Questa però è una mia sensazione personale. Magari qualcun altra si sente piu' a suo agio indossando il velo. Tutto dipende dalle abitudini e le tradizioni con cui uno cresce. Come quando una italiana si sente libera in topless in spiaggia e un'altra non si sente a proprio agio senza il pezzo di sopra. Io personalmente dopo l'esperienza della Repubblica Islamica sono contro i "divieti" di questo tipo in generale :)Non vedo perchè bisogna imporre a una persona di vestirsi in un certo modo o perchè il mio abbigliamento dovrebbe dare fastidio agli altri? Capisco che un paese deve conservare le proprie culture ma ci sono dei principi fondamentali su cui Italia o i paesi Europei sono basati: I diritti umani tra cui la libertà della persona. Per me il confine tra conservare le proprie tradizioni e il rispetto per la libertà di persona è abbastanza chiaro. Se qualcuno qui lo ha dimenticato, lo possiamo mandare in Iran a fare un corso!

9)D:  Firmare gli appelli che circolano in rete per tentare di salvare i condannati serve davvero?

   R:Si lo confermano tutte le piu' autorevoli organizzazioni dei diritti umani compreso l'Amnesty International e tante vittime "salvate" dai carceri dei vari paesi sotto la dittatura.Gli appelli sono uno degli strumenti per fare pressione sui governi. Un'altro strumento è l'utilizzo della stampa. Ultimamente una sentenza di lapidazione di una donna adultera è stata annullata in Iran a causa della pressione internazionale.Vorrei approfittare per lanciare un appello per Shiva Nazar Ahari - attivista Iraniana e difensore dei diritti umani in carcere in Iran che è stata accusata del reato di "Moharebeh" (il nemico di dio) per cui è prevista la pena di morte. La sua udienza è stata fissata per il 4 settembre. Per favore inviate il messaggio email (già preparata in inglese nella nota facebook qui di seguito) all'ambasciata della repubblica islamica a Roma, ad Alto Commiss. dei Diritti Umani dell ONU e ai vari ministri degli esteri dei paesi europei (troverete tutti gli indirizzi nella nota). DOBBIAMO METTERE LE AUTORITA' IRANIANE SOTTO PRESSIONE PER SALVARE SHIVA! GRAZIE.http://www.facebook.com/note.php?note_id=10150245765285131&id=100000143192380&ref=mf#!/note.php?note_id=428979768849&id=1559492945&ref=mf

(Shiva è stata in seguito rilasciata proprio grazie alla strenua opera di pressione esercitata sul regime dai media.N.d.R.)

10) D: Quali sono le condizioni dei prigionieri iraniani? C'è una differenza di trattamento fra uomini e donne?

     R: Le donne ovviamente sono piu' vulnerabili contro le torture fisiche in partcolare.Nelle prigioni in generale le condizioni sono pessime e non vengono rispettati i diritti del prigioniero come persona. Questo è contrario alle norme internazionali. Abbiamo avuto racconti sulla mancanza dell'acqua, il cibo inadeguato, la carenza delle condizioni igeniche e la mancanza di accesso alle cure mediche. I prigionieri vengono regolarmente maltrattati. Alcuni non hanno il diritto di accesso a un avvocato. Tanti vengono rinchiusi nelle celle di isolamento per periodi lunghissimi. I prigionieri politici vegono detenuti insieme ai prigionieri comuni e spesso vengono maltrattati da questi detenuti. Vengono sottomessi ai maltrattamenti e la tortura, sia fisica che psicologica. Ahmad Zeid Abadi nota giornalista iraniano e il vincitore del premio "Golden Pen Of Freedom" attualmente detenuto in Iran descrive cosi la prigione: "La disperazione che creano nella prigione è cosi terribile, pensi che è arrivata la fine del mondo. I criminali violentano in particolare i nuovi arrivati. E quando ti portano qua e là bendato e senti quei terrificanti e orribili urle e ti mettono nella tua cella minuscola, pensi che non rivedrai mai piu' la vita normale".Ahmad Zeidabai è stato arrestato dopo le elezioni dell'anno scorso perchè aveva osato di scrivere e criticare il leader spirituale iraniano Khamenei. E' stato tenuto in una cella di isolamento lunga soltano 150 cm per quasi 40 gg senza vedere la luce. Pensava di essere dimenticato. L'incubo peggiore dei prigionieri è la sensazione di essere dimenticati. Purtroppo non si leggono di lui sui blog e i siti delle notizie da mesi. Ahmad, sua moglie e i suoi 3 figli resistono in assoluto silenzio. Per favore aderite all'appello per Ahmad:http://www.facebook.com/note.php?note_id=10150245765285131&
 id=100000143192380&ref=mf

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