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venerdì 24 settembre 2010

Pluralismo a senso unico. Masi contro Santoro

http://www.repubblica.it/politica/2010/09/23/news/santoro_gi_scontro_con_masi_vaffa_in_diretta_il_dg_furioso-7371484/?ref=HREC1-3
Premetto che non condivido del tutto il monologo di Santoro. Credo, cioé, per riprendere il suo esempio, che sia giusto far sentire "tin" e "ten" dei bicchieri informativi e poi lasciare allo spettatore la possibilità di scegliere fra quale dei due suoni sia quello più eufonico. Questa è la mia, personalissima, idea di corretta informazione. Che non significa non avere dentro di sé già scelto il proprio punto di vista, significa solo consentire agli altri di condividerlo o no dopo un'analisi plurale dei fatti e delle opinioni.
A questo punto, però, sorge una domanda: perché questo rispetto dell'altrui opinione non è invocato per altri programmi d'informazione? Il Tg1 di Minzolini è eco fedele del Governo: perché Masi non s'indigna e non s'impunta per difendere il diritto dello spettatore della Tv pubblica ad avere un'informazione corretta? Perché non grida allo scandalo quando il cosiddetto premier irrompe telefonicamente invadendo, non invitato, tutto lo spazio e non consentendo a nessuno, non dico di contraddirlo, anche solo d'interromperlo? Assistere a questi spettacoli umilianti di servilismo senza che nessuno si opponga fa male.
Forse che Masi non ha mai assistito ad una puntata di "Porta a porta"? Forse che il Tg 1 non rientra fra i suoi programmi preferiti? Lo capirei. Ma il telespettatore italiano li guarda, sempre meno, per fortuna, aggiungo. E inizia a sentirsi preso in giro. Perché non si può chiedere coerentemente a Santoro di fare una trasmissione pluralista ed intanto permettere che altri siano la cassa di risonanza per questo Governo. Non si può se si ha un minimo di decenza.

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